mercoledì 26 febbraio 2014

INTELLIGENZA: UN'ARMA A DOPPIO TAGLIO



Oggi può apparire nobile l'idea di una grande intelligenza, ed è così, ma è anche vero che la mente è un settore illusorio, "costruttivo" ed è anche capace di produrre dipendenze di vario tipo.
L'intelligenza della mente, se non accordata al cuore, può creare conflitti emotivi, arroganza, ipervalutazione dell'io, paure, incertezze, autodeprezzamento e ansie varie.
Il cuore può sembrare un aspetto dell'essere che non ha a che vedere con l'intelletto ma non è così, anzi, è proprio l'intelligenza del cuore la vera protagonista capace, ed è quell'intelligenza che ci permette di vivere liberamente. Ci fa essere presenti ed empatici e ci fa eludere paure ed incertezze. Una mente attiva può anche creare problemi, non ha un limite legato alla funzionalità del presente in quanto ha una sua dimensione e questa dimensione può rendere anche difficile l'esistenza.

Chi soffre di attacchi di panico, ad esempio, spesso è semplicemente bombardato da pensieri; pensieri che tentano di assumere il controllo dell'emotività, dell'essenza; l'attacco di panico o il nervosismo in generale è il tentativo di smaltire queste emozioni o paure attraverso reazioni fisiche, ma sarà stata proprio la mente a sovracaricare il cuore di sensazioni che non hanno nulla a che vedere col presente, in quanto sono costruzioni illusorie.
Il cuore non simula l'esistenza programmatica della mente ma nuota tra le emozioni vissute nel presente, nell'autenticità rispetto a ciò che oggi siamo. Lo fa con una certa agilità e racchiude tutto il potenziale in termini di coraggio e di una salda presenza, di una quiete che la mente nn può generare poichè lavora per conto proprio.
Possiamo dire che l'intelligenza della mente, sopratutto quella razionale, è arrogante e tende a prevaricare i messaggi del cuore, vuole comandare, vuole tiranneggiare e molto spesso ci inganna creandoci ostacoli o complicandoci tutto, può rnendere altezzosi e poco empatici, in poche parole è la costruttrice dell'ego.
Chi ha una mente attiva dovrebbe stare molto attento perchè l'intelletto è qualcosa che non si limita agli attributi del cervello ma trae il suo potenziale dall'intelligenza del cuore che in questo caso rappresenta il vero tramite, il più efficiente mediatore tra cielo e terra, tra noi e gli altri, tra noi e noi.
Nelle terapie che vedono colui che pensa troppo come un problematico o un complessato, si spinge il paziente a eludere questi vortici di pensieri incontrollati e superbi, fini a se stessi e li istruisce a farsi da parte affinchè non rovinino il presente, la vita, nell'attimo presente.
Un individuo che ha il controllo della propria mente ha la capacità di affrontare qualunque situazione senza dover pagare il prezzo dell'ansia, di quel rimuginare che affatica l'anima e la rende schiava di schemi e preconcetti. In alcuni casi questi concetti sono legati al passato, in altri casi sono legati a preoccupazioni future. 


Ma è anche vero che è più tossico il pensiero mentale in confronto all'intelligenza del cuore che possiamo definire sommaria, completa, adulta e povera di vizi. La mente invece crea una sorta di dipendenza all'energia, un circuito chiuso, come se volesse impiegare l'energia animica soltanto per se stessa, quindi in un certo senso la mente ha una vita propria e non si fa certo scrupoli a calpestare il cuore e l'individuo stesso, che diventa come una vittima di questa cerebralità, che tende a riportare l'esistenza su un piano meccanico, pragmatico, complesso e pieno di trappole. In pratica la mente tende a funzionare anche se non direttamente azionata dall'io, per via di una dipendenza di fondo che crea una serie di comportamenti che qualcuno ha definito "inconsci". In questo caso possiamo notare infatti che la mente ha sviluppato delle diependenze proprie, che entrano in naturale conflitto con la semplicità del cuore e con la sua naturale tendenza a scrutare il presente e a rendere un individuo sano, emotivamente positivo e capace di produrre autostima, coraggio, semplicità, vigilanza, empatia e amor proprio.
Le persone più intelligenti sono quelle più a rischio ed è un vero peccato perchè la mente può anche collaborare attivamente nell'alchimia se utilizzata nel modo appropriato, e il modo appropriato è proprio quello di lasciarsi dominare dal cuore.
La mente è come una bocca perennemente affamata di energia e di protagonismo e tende a boicottarci in diversi modi.
La mente vuole dominare l'essere e renderlo schiavo di paramentri che a confronto delle meccaniche del cuore sono rudimentali, inefficienti e nocivi.
Una persona intelligente trova la sua completezza solo dopo aver valorizzato il cuore e dopo aver sottomesso la mente, rendendola quella che è: un mezzo per mettere insieme quei tasselli che possono permetterci di costruire un quadro più ampio, ma che senza la guida del cuore, senza un adeguato autocontrollo, può distruggere letteralmente un individuo, può renderlo autoritario, arrogante, insicuro o presuntuoso.
La mente crea una dipendenza simile a quella del materialismo e toglie l'umiltà utile a intercettare quei messaggi e quella consapevolezza che sono riposti nel cuore e che derivano dall'essere presenti. La mente non è presente, essa indaga su meccaniche del passato o del futuro, quindi la si può considerare un'intelligenza secondaria che si muve su un essere illusorio, non presente.

La libertà la si trova nel cuore, nell'amare se stessi e gli altri, a prescindere da tutto, la si trova nel silenzio che ci permette di partecipare agli attimi che si susseguono, all'amore che dà modo allo spirito di indicarci chi siamo e dove stiamo andando, ci rende empatici e partecipi; ci identifica con l'essere nel suo insieme, ci rende "grandi" e simpatici nei confronti degli altri. Tra l'altro l'intelligenza dovrebbe spartirsi in egual misura tra razionalità e irrazionalità creando una complicità nei confronti del cuore a cui dovrà restare sottomessa.
La mente è un mezzo che può aiutarci a comprendere meglio chi siamo ma è anche il mezzo per distruggerci e ridurre l'essere a un meccanismo a cui il cuore dovrà sottostare e a cui dovrà pagare pegno per ogni errore e per ogni eccesso che la mente produce continuamente. Il silenzio è la vera intelligenza.
La genialità consiste nella compartecipazione di tutti gli aspetti dell'essere, sopratutto nella devozione della mente rispetto all'emotività naturale e al presente, al nuovo e non ad un'emotività instabile prodotta dai pensieri.
Osservare, paradossalmente, vuol dire proprio: smettere di pensare e cercare nel cuore, e quindi nel presente, tutte le risposte legate a se stessi e agli altri che rappresentano quel confronto che ci completa e ci rende sani e capaci di comunicare rimanendo presenti, partendo dal silenzio.

Gabriele Sortino

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